N.17 ELVIRA

Elvy mi sembrava un pulcino, era una ragazza esile coi capelli lunghi, biondissimi, che sembravano di seta. In un incarnato pallido spiccava il suo sorriso timido e pulito.

Era ancora in tenera età quando un tumore si sviluppò nel suo pancino... trattata con forti dosi di cobalto, a quel tempo le venne salvata la vita.

Più avanti poi, andando verso i vent’anni, le si ripresentò la malattia, così virulenta che ce la portò via.

Subito ho chiesto di lei Lassù… fu lei direttamente che si rivolse a me parlandomi così: “Ti do lavoro eh… hai una testa!

In questo posto c’è una bellezza straordinaria.

In breve ti cambiano i connotati… ti riprendi il look (un altro corpo fisico). Qua non ti coprono di baci ma di sincerità... mai sulla terra ho incontrato tanto amore!

Loro ti ingaggiano in un contratto senza firma, poi, prima che tu lo sappia ti inaugurano l’entrata (qui sulla terra non sappiamo quando da Lassù viene stabilita l’ora della nostra dipartita).

La causa che ci delibera (al Giudizio) è la Giustizia… troppa gente si è soffocata la vita (arrivano al capolinea pronti per le carceri).

La crudeltà intossica la gente e un’ingiustizia bisogna pagar cara, ti fermano se hai sbagliato la dottrina (si passa dal purgatorio)… la misura giusta va con Dio (dentro i Suoi Comandamenti)”.

elvira w n1

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