N.27 LA MALATTIA ARRESTA IL VOLO

Mio fratello Bepin e mia cognata Melia vivevano in una casa per conto loro, a due passi del centro… Il loro confinante era un signore celibe che nella casa attigua sempre unifamiliare, esercitava il mestiere del fabbro.

Già da quando è andato ad abitare lì, quest'uomo ha rivelato la sua natura, palesemente grezza... dimostrando di non conoscere o di non voler rispettare le regole del vivere civile.

Ci sono tante famiglie, che a causa di vicini arroganti, sono costretti a sopportare cattiverie gratuite.

Certi individui non sanno proprio interrogarsi la coscienza, la più esperta consigliera che abbiamo... a portata di mano, per giunta.

Con il passare del tempo, quest'uomo, sempre più rancoroso, continuava portare tormento ai miei... loro sempre più avviliti hanno provato più volte a farlo ragionare, ma la risposta del tizio era sempre picche.

Un giorno mia cognata ha sentito da dentro casa una botta risonante con a seguito l'infrangersi di vetri... quella volta il fabbro aveva incominciato a lanciare anche sassi, colpendo la porta del sottoscala e spaccandone il vetro.

Aveva deciso di muover guerra senza remore... a quella povera coppia sempre più sconvolta.

Capitava pure, che se vedeva la porta aperta della loro entrata,vi lanciava dentro un secchio d'acqua che inondava il corridoio.

La distanza tra un'abitazione e l'altra si contava in pochi metri... pertanto lui aveva un gran dominio sulla facciata della loro casa che aveva preso di mira.

Sono stati tanti anche i pezzi di legna che lo squilibrato lanciava con chiaro intento di colpirli... fuori dalla sua porta ne aveva una catasta a portata di mano, pronta all'uso. Tante ne ha fatte... ma non gli bastava mai, tanto che incominciò anche a minacciarli di morte... andava gridando che li avrebbe fatti fuori col fucile.

Un loro amico di famiglia si è recato dai carabinieri a denunciare la minaccia che i miei avevano ricevuto... i carabinieri sono usciti per un sopralluogo, sequestrandogli più di qualche arma da sparo.

Anche con le forze dell'ordine, arrivate per svolgere le dovute mansioni, quest'uomo si è scagliato contro con assurda violenza... dando anche a loro evidenti segni di squilibrio.

Non tanto tempo dopo, quando i carabinieri chiamarono i miei per definire le carte della denuncia, l'uomo era già deceduto, avrà avuto sui novant'anni.

Circa una dozzina di anni dopo mia cognata ha fatto un sogno che mi ha raccontato con dovizia di particolari… inclusi vi erano inoltre lo stato d'animo ed i pensieri che le sono corsi nella mente durante quella notte.

Mia cognata Melia mi raccontava che in sogno era stata invitata a recarsi in un determinato ufficio per occuparsi di certi documenti che la riguardavano... e mi ha raccontato quello che ha visto e sentito nel sogno...

Melia si è trovata a salire una scalinata gremita di persone ammassate in fila, che attendevano il loro turno per entrare in un ambulatorio medico, situato al piano di sopra. Mi descriveva che quella gente era mal vestita e visibilmente malata... dopo aver scrutato i loro sguardi, assenti di espressione, sarebbe arrivata a concludere che quelli erano individui malati di mente, sull'orlo della follia.

Questo sarebbe stato l'ufficio in cui mia cognata era stata invitata a presentarsi... il medico in camice bianco si rivolse a lei con degli incartamenti in mano per farglieli firmare.

In quella stanza c'era un'altra persona, girata di spalle... Melia nella sua testa, era consapevole di chi si trattasse, era il fabbro… il loro vicino di casa, che per parecchi anni li aveva tormentati... ed ora era lì fermo, immobile che non proferiva parola. Mi disse che a vederlo, ne provò compassione.

Il medico chiese a mia cognata se si sentiva di concedergli il perdono, lei rispose di sì perché nei confronti di quell'uomo non serbava oramai alcun rancore ... per lei erano cose vecchie, già dimenticate.

Il dottore le ha specificato che sebbene lei l'avesse già perdonato era indispensabile che firmasse quei documenti e così fece…

Mia cognata Melia mi diceva che gli occhi tenebrosi ed inquieti di quel medico l'avevano turbata... aveva sentito dire che i medici che lavorano nei manicomi prima o poi finiscono per assomigliare ai loro pazienti... avendo visto lo sguardo alterato di costui, pensò che potesse essere anche vero. 

A mia cognata venne pure l’idea che il dottore con quell’aspetto avrebbe anche potuto appartenere alla classe dei diavoli guardiani.

Questo a mio parere è l’interpretazione del sogno di mia cognata... considerando le tante sofferenze che questo soggetto ha provocato quand'era in vita... avrà passato un giudizio severo, trovandosi inflitta una pena sonora... anni di maltrattamenti da subire negli ambienti infernali.

Per grazia di Dio, Melia guidata dal sogno, ha potuto portare il suo perdono ed è stata questa la chiave per la libertà del fabbro.

Se lei non fosse intervenuta, chissà per quanti anni ancora, l'uomo sarebbe in quell'ambiente di fuoco a scontare la pena.

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