Gesù mi parlava così:
“Fatti condurre all’eterna sponda senza sfigurare nell’affanno (fino all’ultimo giorno di vita),
Passa la storia stolta di vecchi inganni intrisa, nel giorno di raccolta, miele è il suo sapor (avrò un dolce giudizio).
Sulla Mia forza salda, sei sempre tu convinta che la più forte spinta è quella dell’Amor,
Amor che sale senza discesa (in sviluppo continuo) più forte dell’intesa non assopita ognor.
Parte da un petto acceso (io Ida) la fiamma del Signore, col cantico d’amore io continuerò (perché io non smetterò mai di seguire e amare Dio).
Trotta tra rami brulli, tra secche ortiche alterche (sono le persone che non fruttificano, litigiose, che quando parlano pungono), la frusta del Signore le disterminerà,
O cuore ardito in fiamme rapita dal tuo Dio, ti domino più Io che la tua volontà,
e a parità di passo non fare dietrofront, ti ficchi nel buon Dio che a riparar ti può.
Non creder d’esser pazza, attingi alla tua Razza (di Dio) che cattiverie piega,
torni serena e strega da una magia compiuta da sopra te voluta.
Riga corretta e dritta, il senso della vita Io ti consegnerò.
Bagna le mani fresche fin quando che vorrai, Io ti porrò capace di quello che non sai, fin sempre che lo vuoi, per te lavorerò”.